“Venerabile
maestro, aiutami a carpire la vera essenza delle freddure, che ancora mi sfugge,
taluni le considerano così tristi da non riuscire a leggerle, altri le trovano
solo divertenti, a me comunicano soprattutto un senso di frustrazione, mi
parlano dei tranelli beffardi che la nostra mente ci tende e dell’impossibilità
di raggiungere l’illuminazione.”
Così
gli rispose l’antico mentore:
“Le
freddure zen sono come uno specchio nel quale ciascuno vede riflesso se stesso,
chi è intimamente triste le trova tristi, chi è sciocco e superficiale le
considera solo delle innocue barzellette… Solo a te, per premiarti dello sforzo
profuso nella meritoria opera di traduzione, offro la giusta chiave
d’interpretazione, che ti permetterà di raggiungere finalmente
l’illuminazione…”
Purtroppo
il traduttore non si ricordava mai il finale dei suoi sogni.
1 commento:
Povero traduttore
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