venerdì 17 marzo 2023
99. Arrivi e partenze
Un pellegrino che aveva a lungo vagabondato per le strade della Cina, si stabilì infine presso un monastero zen, ove prese i voti.
Dopo un anno di felice permanenza presso quel sacro luogo, il monaco si rivolse così al Maestro:
“Oh Venerabile, con te io ho infine trovato la dimora che ho invano cercato nei miei lunghi viaggi senza meta, tu sei la mia luce e io vivrò sempre in pace fintanto che ti starò vicino.”
Il mattino dopo, senza preavviso, il Maestro partì, sentiva che il suo compito presso il monastero era finito, aveva tante cose nuove da fare, voleva portare altrove il suo insegnamento e fondare nuovi monasteri.
mercoledì 19 gennaio 2022
98. La non-illuminazione
Un monaco interrogò il proprio maestro:
“Oh venerabile, come posso raggiungere l’illuminazione?”
“L’illuminazione non esiste, è un inganno! La vera illuminazione consiste nell’essere pienamente e serenamente consapevole del fatto che non c’è alcuna illuminazione!”
Il monaco non fu illuminato.
sabato 1 gennaio 2022
97. Il primo giorno dell'anno
Un monaco zen dialogava col proprio maestro nel primo giorno del nuovo anno:
“Maestro, quale proposito devo pormi per il nuovo anno?”
“Per raggiungere lo Zen è necessario abbandonare ogni desiderio e quindi anche ogni proposito, l’unico obiettivo che ti potresti proporre è quello di non avere alcun proposito, ma questo sarebbe un proposito a sua volta, e falliresti quindi in partenza.”
Il monaco non aveva capito niente, ma si propose di tornare a rifletterci.
giovedì 8 luglio 2021
96. Il suono di una sola mano (e di un naso)
Durante uno dei suoi discorsi di Dharma un maestro zen battè le mani: "Questo che avete appena udito è il suono di due mani, ma qual è il suono di questa mano sola?", chiese mostrando la mano destra.
Un monaco rispose: "Maestro, la sua mano non esiste, è pura illusione!"
Il maestro chiuse la mano a pugno è colpì violentemente sul viso il monaco. Nell'udire il suono il monaco ottenne l'illuminazione e la frattura del setto nasale.
mercoledì 24 luglio 2019
95. Pensare di non pensare
Un
monaco infelice e tormentato parlò così col proprio Maestro:
“Ogni
volta che tento di meditare mi ritrovo a pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a
pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare
che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così
a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che
non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo
pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo
così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare
che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così
a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che
non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo
pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare
che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo
pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare
che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo
pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non
devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo
pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non
devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che
non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo
pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non
devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che
non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a
pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non
devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che
non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare
che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non
devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che
non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare
che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo
pensare…”
Questa
storia non può finire che con la morte del povero monaco.
martedì 16 luglio 2019
Freddure Zen in formato bustina da tè
Alcune freddure zen sono state illustrate dagli alunni della Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e pubblicate dentro a delle bustine da tè (microletteratura da infusione!). È il risultato di un laboratorio di editoria creativa tenuto dall'ottimo Federico Zenoni della Casa Editrice Libera e Senza Impegni.
Ringrazio i ragazzi che hanno scelto di illustrare i miei raccontini ed auguro loro di riuscire nel futuro a sfruttare al meglio il loro talento.
domenica 10 marzo 2019
94. Assenza di dolore
Un
monaco praticava la meditazione da molti anni con dedizione e seguiva
scrupolosamente tutti i dettami del maestro, malgrado questo si sentiva ben
lungi dall’aver raggiunto l’illuminazione. Si lamentava di questo col maestro,
che gli parlò così:
“Qual
è il dolore più forte che tu abbia mai provato?”
“Da
giovane avevo delle terribili crisi di emicrania, che mi causavano una tremenda
sofferenza, per fortuna ora non ne soffro più.”
“Perché
dunque non fai che lagnarti, anziché compiacerti dell’assenza di dolore alla
testa?”
Nell’udire
queste parole il monaco si sentì illuminato. Tale fu la sua euforia che balzò
in piedi e diede così una violenta capocciata contro uno stipite, che gli causò
un dolore terribile. Da quel giorno tornò a soffrire di emicrania.
lunedì 4 marzo 2019
93. Un tè speciale
Vi
era un tempo un mercante molto ricco e rispettato, malgrado ciò si sentiva
infelice perché oppresso dalle preoccupazioni, per questo decise di chiedere
udienza presso un famoso maestro zen, col quale intendeva confidarsi. Il
sant’uomo lo ricevette nella sua umile dimora e lo accolse preparandogli un tè.
Il
mercante gli parlò così: “Purtroppo la mia vita non è così lieta come tutti
pensano, sto invecchiando, ho molti problemi di salute e temo che presto non
sarò più capace di portare avanti la mia attività, inoltre siamo in un grave
periodo di crisi, gli affari non vanno per niente bene, non vado più d’accordo
con mia moglie, mio figlio è un vero inetto…”, il mercante continuò per qualche
minuto a dar libero sfogo alle sue ansie…
Il
maestro gli rispose così: “Com’è buono questo tè!”
Il
mercante si accorse che stava sorseggiando il tè distrattamente, senza prestare
attenzione al gusto della bevanda, che era davvero straordinariamente buona, lo
avvertiva ora con un piacere ed un’intensità unici, mai avvertiti prima, che
gli fecero subito dimenticare le sue preoccupazioni. Era come se stesse bevendo
il tè per la prima volta.
Il
mercante fu illuminato.
Purtroppo
al posto del tè era stata raccolta e preparata una pianta diversa, dall’aspetto
molto simile ma velenosissima. Sia il mercante che il maestro morirono
intossicati quella notte stessa.
giovedì 20 dicembre 2018
92. Niente
Un
monaco molto intelligente e curioso amava dialogare col proprio maestro di
questioni metafisiche. Un giorno lo interrogò a proposito dell’origine dell’universo.
Il maestro gli rispose così:
“Nel
lontano occidente le religioni monoteiste insegnano che l’universo è stato
creato da Dio a partire dal niente. Quindi la formula che per loro ne spiega l’origine
è: Dio + niente = universo. Noi però non crediamo in un dio, quindi togli Dio
dalla formula, che cosa rimane?”
La
storia finisce qua.
martedì 20 novembre 2018
91. Tacere
Jing
Yin era un monaco apprensivo e loquace, che quotidianamente poneva molte domande
al proprio anziano ed illuminato Maestro, vero esempio di pazienza e di
saggezza. Un giorno lo interrogò così:
“O
Venerabile, imitandoti come faccio, potrò mai ambire a raggiungere le tue vette?
Non dovrò prima o poi allontanarmi da te per trovare la mia sola ed unica via
verso l’illuminazione? Come e quando questo potrà accadere?”
Così
gli rispose il sant’uomo:
“Cosa diavolo vuoi che ne sappia? Ma soprattutto cosa me ne può importare? Non
lo capisci che sono stanco delle tue idiozie? Quando la smetterai una buona
volta di importunarmi??”
Nel
dire ciò non manco di elargire un paio di bastonate sulla schiena di Jing Yin
e, rosso in viso per la furia, si allontanò imprecando orribilmente, dopo aver
preso a calci il cuscino sul quale stava inginocchiato.
La
leggenda racconta che in questo modo Jing Yin avesse raggiunto l’illuminazione.
Quello che è certo è che da quel momento
tacque fino alla fine dei suoi giorni.
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