domenica 10 novembre 2024

100. Lo scaffale

Si narra di un mercante che si arricchì molto facendo affari in ogni regione dello sconfinato impero cinese. Durante i suoi viaggi acquistava tutti i testi sacri ed i manoscritti di argomento spirituale e filosofico che riusciva a scovare. Col passare degli anni mise da parte una vastissima collezione, di valore inestimabile, che teneva esposta su uno scaffale nella sua lussuosa dimora.
Un giorno raggiunse un Maestro Zen, che trascorreva le sue giornate meditando in uno sperduto eremo, al quale chiese di vendergli la rarissima pergamena originale ove erano state scritte le 101 Freddure Zen. Questo è quanto gli disse il Maestro: 
“Io ti lascio in dono la pergamena, a patto che tu mi prometta di conservarla dopo aver bruciato l’intero contenuto del tuo scaffale.”
Il mercante si risentì molto per l’assurdità di questa richiesta. Con quale presunzione il Maestro poteva chiedergli di distruggere tutta la sua collezione, in cambio di un solo, sia pur prezioso, manoscritto?
Nel vedere quell’uomo che si allontanava contrariato, il Maestro scosse il capo, pensando: 
"Tutta la conoscenza che il mercante si illude di aver accumulato, non gli sarà utile. Egli non potrà mai accogliere l’illuminazione, se prima non avrà creato il vuoto, liberandosi dei vecchi pensieri, delle vecchie idee, dei vecchi concetti."
Al ritorno dal suo viaggio, il mercante scoprì che sulla sua città si era abbattuto un violento nubifragio. Un fulmine aveva colpito la sua casa, incendiandone una parte. Lo scaffale, con tutto il suo contenuto, era andato distrutto.

venerdì 17 marzo 2023

99. Arrivi e partenze

Un pellegrino che aveva a lungo vagabondato per le strade della Cina, si stabilì infine presso un monastero zen, ove prese i voti.
Dopo un anno di felice permanenza presso quel sacro luogo, il monaco si rivolse così al Maestro: 
“Oh Venerabile, con te io ho infine trovato la dimora che ho invano cercato nei miei lunghi viaggi senza meta, tu sei la mia luce e io vivrò sempre in pace fintanto che ti starò vicino.”
Il mattino dopo, senza preavviso, il Maestro partì, sentiva che il suo compito presso il monastero era finito, aveva tante cose nuove da fare, voleva portare altrove il suo insegnamento e fondare nuovi monasteri.

mercoledì 19 gennaio 2022

98. La non-illuminazione

Un monaco interrogò il proprio maestro:
“Oh venerabile, come posso raggiungere l’illuminazione?”
“L’illuminazione non esiste, è un inganno! La vera illuminazione consiste nell’essere pienamente e serenamente consapevole del fatto che non c’è alcuna illuminazione!”
Il monaco non fu illuminato.

sabato 1 gennaio 2022

97. Il primo giorno dell'anno

Un monaco zen dialogava col proprio maestro nel primo giorno del nuovo anno:
“Maestro, quale proposito devo pormi per il nuovo anno?”
“Per raggiungere lo Zen è necessario abbandonare ogni desiderio e quindi anche ogni proposito, l’unico obiettivo che ti potresti proporre è quello di non avere alcun proposito, ma questo sarebbe un proposito a sua volta, e falliresti quindi in partenza.”
Il monaco non aveva capito niente, ma si propose di tornare a rifletterci.

giovedì 8 luglio 2021

96. Il suono di una sola mano (e di un naso)

Durante uno dei suoi discorsi di Dharma un maestro zen battè le mani: "Questo che avete appena udito è il suono di due mani, ma qual è il suono di questa mano sola?", chiese mostrando la mano destra. 

Un monaco rispose: "Maestro, la sua mano non esiste, è pura illusione!"

Il maestro chiuse la mano a pugno è colpì violentemente sul viso il monaco. Nell'udire il suono il monaco ottenne l'illuminazione e la frattura del setto nasale.

mercoledì 24 luglio 2019

95. Pensare di non pensare

Un monaco infelice e tormentato parlò così col proprio Maestro:
“Ogni volta che tento di meditare mi ritrovo a pensare. Mi ritrovo così a pensare  che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare. Mi ritrovo così a pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare che non devo pensare…”
Questa storia non può finire che con la morte del povero monaco.

martedì 16 luglio 2019

Freddure Zen in formato bustina da tè

Alcune freddure zen sono state illustrate dagli alunni della Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e pubblicate dentro a delle bustine da tè (microletteratura da infusione!). È il risultato di un laboratorio di editoria creativa tenuto dall'ottimo Federico Zenoni della Casa Editrice Libera e Senza Impegni.
Ringrazio i ragazzi che hanno scelto di illustrare i miei raccontini ed auguro loro di riuscire nel futuro a sfruttare al meglio il loro talento.








domenica 10 marzo 2019

94. Assenza di dolore

Un monaco praticava la meditazione da molti anni con dedizione e seguiva scrupolosamente tutti i dettami del maestro, malgrado questo si sentiva ben lungi dall’aver raggiunto l’illuminazione. Si lamentava di questo col maestro, che gli parlò così:
“Qual è il dolore più forte che tu abbia mai provato?”
“Da giovane avevo delle terribili crisi di emicrania, che mi causavano una tremenda sofferenza, per fortuna ora non ne soffro più.”
“Perché dunque non fai che lagnarti, anziché compiacerti dell’assenza di dolore alla testa?”
Nell’udire queste parole il monaco si sentì illuminato. Tale fu la sua euforia che balzò in piedi e diede così una violenta capocciata contro uno stipite, che gli causò un dolore terribile. Da quel giorno tornò a soffrire di emicrania.

lunedì 4 marzo 2019

93. Un tè speciale

Vi era un tempo un mercante molto ricco e rispettato, malgrado ciò si sentiva infelice perché oppresso dalle preoccupazioni, per questo decise di chiedere udienza presso un famoso maestro zen, col quale intendeva confidarsi. Il sant’uomo lo ricevette nella sua umile dimora e lo accolse preparandogli un tè.
Il mercante gli parlò così: “Purtroppo la mia vita non è così lieta come tutti pensano, sto invecchiando, ho molti problemi di salute e temo che presto non sarò più capace di portare avanti la mia attività, inoltre siamo in un grave periodo di crisi, gli affari non vanno per niente bene, non vado più d’accordo con mia moglie, mio figlio è un vero inetto…”, il mercante continuò per qualche minuto a dar libero sfogo alle sue ansie…
Il maestro gli rispose così: “Com’è buono questo tè!”
Il mercante si accorse che stava sorseggiando il tè distrattamente, senza prestare attenzione al gusto della bevanda, che era davvero straordinariamente buona, lo avvertiva ora con un piacere ed un’intensità unici, mai avvertiti prima, che gli fecero subito dimenticare le sue preoccupazioni. Era come se stesse bevendo il tè per la prima volta.
Il mercante fu illuminato.
Purtroppo al posto del tè era stata raccolta e preparata una pianta diversa, dall’aspetto molto simile ma velenosissima. Sia il mercante che il maestro morirono intossicati quella notte stessa.

giovedì 20 dicembre 2018

92. Niente

Un monaco molto intelligente e curioso amava dialogare col proprio maestro di questioni metafisiche. Un giorno lo interrogò a proposito dell’origine dell’universo. Il maestro gli rispose così:
“Nel lontano occidente le religioni monoteiste insegnano che l’universo è stato creato da Dio a partire dal niente. Quindi la formula che per loro ne spiega l’origine è: Dio + niente = universo. Noi però non crediamo in un dio, quindi togli Dio dalla formula, che cosa rimane?”
La storia finisce qua.