Un
tempo vi era un uomo che si sentiva profondamente infelice, forse il più
infelice fra gli uomini. Era solo, povero, ammalato, perseguitato dalla
malasorte. Un giorno, non sapendo che altro fare, decise di mettersi in
cammino. Non abbandonò niente perché niente gli era rimasto, solo pochi miseri
stracci, una ciotola per chiedere l’elemosina, un bastone al quale appoggiarsi.
Camminò ogni giorno, senza sosta e senza meta, per molti anni, sperando di
cavare dalla propria grama esistenza almeno un giorno di felicità. Giunse
presso un monastero, nel quale fu ospitato, e parlò col Maestro che lo redarguì
così:
“Non
sarai mai felice finché penserai di doverlo diventare. Tu sei già felice. Non
cercare la felicità, attuala!”
L’uomo
non ottenne l’illuminazione ma capì che in fondo la felicità non era questo
granché, non valeva la pena continuare a cercarla, così si fermò presso il
monastero.
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