domenica 31 gennaio 2010

61. Cieca devozione

Un maestro Zen molto anziano e malato chiamò a raccolta i discepoli del suo monastero.
"E' giunto ormai il tempo per me di abbandonare quest'esistenza. Sarà mio successore chiunque se ne mostrerà degno ora, in questo stesso istante!"
Dopo una breve perplessità tutti i monaci si genufletterono col viso rivolto a terra, in segno di devozione. Solo uno fra loro si alzò e, invisibile a tutti, sedette sul cuscino riservato al maestro, dopo averne sollevato e deposto a terra il gracile corpo.
"Tu sarai il mio successore, non per tuoi particolari meriti, ma perché tutti gli altri sono degli..."
Il maestro spirò prima di terminare la frase.

4 commenti:

Mirtilla ha detto...

....idioti!
Perchè io sto scoprendo che è da idioti essere troppo umili, non mettersi in mostra e aspettare che si accorgano quanto vali!
Bisogna amarsi, avere rispetto degli altri ma mai dimenticarsi di sè.......e, cribbio di un cribbione, smetterla con questo snobismo.....perchè sentirsi superiori perchè si è umili e non si chiede niente è pure questa una forma di snobismo!!!

Mirco ha detto...

Carissima, conoscendo la rude schiettezza di molti maestri Zen io immaginavo un espressione anche più colorita. Comunque la risoluzione di questi enigmatici racconti è sempre stata di aiuto nel cammino verso l'auto-realizzazione. In bocca al lupo quindi, che dai tuoi ultimi post ti vedo bella motivata. Anch'io me la passo molto meglio ultimamente.
Saluti ;.)

Mirtilla ha detto...

Contenta che vada meglio...alla faccia delle casalinghe!!!! ;-D

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

...impareggiabili paraculo!

I discepoli, ovvio! Ma anche qualche casalinga ;-)

OP