sabato 20 dicembre 2008

51. Il caos

Ikebana, il giardiniere di un prestigioso monastero Zen, conversava col proprio maestro: “Ogni giorno medito e mi prendo cura del giardino, ma nella mia mente non trovo la pace, la vita mi pare una lotta impari contro le forze del caos.”
“Nella vita tutto è impermanenza, il caos nasce solo se la tua mente si oppone a questo concetto. Accettalo e la lotta cesserà.”
Ikebana fu illuminato. Dopo poche settimane il monastero fu circondato dalle erbacce e dalla sterpaglia.

venerdì 10 ottobre 2008

50. Intelligenza

Un monaco ottenne un udienza col proprio maestro Zen: "Maestro, sono molto deluso. Da anni seguo i tuoi insegnamenti ma, malgrado la mia intelligenza, non ho notato alcun progresso spirituale"
"Tu sei intelligente, è vero, ma non credere che questo possa esserti di grande aiuto, è più facile che ti sia di ostacolo. Potresti apprendere molto osservando gli animali privi di intelletto. Il semplice istinto li guida verso ciò che è meglio per loro, ed essi non si curano del domani."
Il monaco fu molto colpito da queste parole. Da allora ha abbandonato il monastero; lo si vede a volte aggirarsi nudo per la foresta, dissetarsi presso un ruscello, nutrirsi di frutti colti dagli alberi. Non risponde più se non emettendo dei versi gutturali.
Qualcuno dice che abbia raggiunto l'illuminazione, anche se è impossibile stabilirlo con certezza.

mercoledì 11 giugno 2008

49. Il silenzio della mente

“Adesso facciamo il gioco del silenzio della mente”, disse il maestro Zen ai discepoli del suo monastero. “A partire da questo momento non un pensiero dovrà disturbare la vostra meditazione”.
Il monaco Tamaru sprofondò nella pace di una mente assolutamente serena e vacua.
Pochi minuti dopo affiorò sulle sue labbra un sorriso di auto-compiacimento.
“Tamaru, ti ho sentito!”, il grido del maestro squarciò il silenzio.
Tamaru fu illuminato e fu eliminato.

mercoledì 28 maggio 2008

48. Cambiamento

Fetu-tzu era un uomo collerico e violento. Cadeva spesso preda di terribili attacchi d’ira che lo portavano anche a picchiare la moglie ed i figli.
Non riuscendo a controllarsi, decise un giorno di prendere i voti ed entrare in un monastero, nella speranza di riuscire così a cambiare.
Nel monastero la sua condotta era perfetta ma dentro di sé si sentiva sempre eroso da una rabbia che riusciva a stento a controllare. Provava ostilità nei confronti di tutto e tutti, in particolare del proprio maestro, al quale un giorno si rivolse:
“Maestro, credo che tu non sia in grado di aiutarmi, dopo tanto tempo sento di non essere ancora diventato un uomo migliore.”
“Devi liberarti dell’idea di diventare qualcosa che tu non sia già, così come ti libereresti di un fardello. Quello che tu vuoi diventare è già in te, non lo devi cercare. Smetti di pensare di dover cambiare e comincia ad essere ciò che sei veramente.”
Fetu-tzu fu illuminato. Il maestro se la cavò con un braccio ingessato e sei punti di sutura al volto.

mercoledì 14 maggio 2008

47. Bastare a sé stessi

Un monaco frustrato espresse un giorno il proprio risentimento nei confronti del maestro: “Un tempo ero un medico ricco e stimato, poi ho donato tutti i miei averi al monastero per ricercare la verità. Tu però non mi hai elargito alcun insegnamento, esigo da te l’attenzione che mi devi!”
“Cerca di essere meno arrogante e più fiducioso. Quelle ricchezze erano una zavorra di cui ti sei liberato, un primo passo verso una rinascita spirituale. È qualcosa che hai fatto per te, non certo per me. Tu hai bisogno della mia guida ma io, in quanto maestro illuminato, non ho più bisogno di nulla e di nessuno.”
Il monaco se ne andò subito dopo, seguito a poco a poco da tutti gli altri suoi colleghi.
Il monastero ora è chiuso e si dice che il maestro, pur di sopravvivere, sia costretto a fare il servo nella casa di un famoso medico.

sabato 10 maggio 2008

46. Morire e rinascere (forse)

Trovandosi nuovamente in un periodo di stasi creativa, l'autore delle freddure Zen si rivolse al proprio maestro: "Temo di non riuscire nel mio progetto di regalare all'umanità 101 freddure."
"Non devi forzare il tuo karma, sai bene che un opera spirituale richiede spesso diverse incarnazioni per essere portata a termine."
L'autore, nel dubbio, decise di rimettersi subito al lavoro e ricavò una nuova storia da questo episodio.

mercoledì 12 marzo 2008

45. Luce riflessa

Un monaco Zen parlò al proprio maestro: “Solo vicino a te io trovo la pace, la tua sola presenza mi rassicura e le tue parole mi guidano. Tu sei la mia luce.”
“Figliolo, che te ne fai dell’illuminazione e della buddhità di un altro? Restare qui non ti è utile, non puoi brillare di luce riflessa! Allontanati, medita in solitudine e ritorna da me solo quando avrai trovato l’illuminazione.”
Addolorato e timoroso, ma fiducioso nelle parole del maestro, il monaco se ne andò. Usci dal monastero ma si smarrì nel buio della notte, nessuno lo vide più.

martedì 29 gennaio 2008

44. Il Buddha nella zanzara

Harakiri, sempre più confuso e addolorato, parlò ancora al maestro: “Mentre cercavo di percepire quel senso di comunione con l’universo che tu mi hai descritto, sono stato punto da una zanzara. Come posso pensare che il Buddha viva anche in un insetto così molesto e provare compassione per esso?”
Il maestro rispose:”Zzzzzzzzzzzzzzzz!”
Harakiri ottenne l’ illuminazione e fu sereno fino a quando morì. Di malaria.

lunedì 28 gennaio 2008

43. Delusioni d'amore

Harakiri giunse presso un monastero Zen ed ottenne di parlare col maestro: “Per anni ho cercato la felicità attraverso l’amore di una donna, ma sono passato da una delusione all’altra ed ho trovato solo sofferenza. Per questo ho deciso di diventare monaco.”
Questo replicò il maestro: “L’unico vero amore è la compassione indistinta per tutti gli esseri viventi, a ciascuno dei quali il nostro destino è indissolubilmente legato. Tutti noi siamo soltanto manifestazioni impermanenti, gocce in quell’unico grande oceano di vita che è il creato. Per questo il desiderio e l’attaccamento ad una cosa in particolare generano sofferenza e non possono essere chiamati amore”.
Mentre Harakiri meditava sul significato profondo di queste parole, venne punto al polpaccio da una zanzara. Purtroppo fallì nel tentativo di provare compassione per quell’insetto meraviglioso.

martedì 22 gennaio 2008

42. Senso di vuoto

Lo stesso monaco ed il suo ex-maestro si recarono presso un altro maestro Zen per interrogarlo sullo stesso quesito: “Se l’essenza di ogni cosa è il vuoto, qual è il significato dei tuoi insegnamenti, della mia ricerca, della nostra pratica quotidiana?”
Questa fu la risposta: “Dovete capire semplicemente una cosa: una tazza può contenere acqua, vino o latte ma non si identifica con nessuno di questi, bensì con il vuoto che le permette di contenerli. Allo stesso modo la mente non si identifica con i pensieri che contiene, essa è vuota nella sua essenza”.
I due furono subito illuminati ed anche la loro cefalea scomparve.

domenica 6 gennaio 2008

41. Vuoto di senso

Un monaco che stava attraversando un momento di crisi interrogò così il proprio maestro: “Se l’essenza di ogni cosa è il vuoto, qual è dunque il significato dei tuoi insegnamenti, della mia ricerca, della nostra pratica quotidiana?”
Il monaco non fu illuminato, bensì mandò in crisi anche il maestro.

sabato 5 gennaio 2008

40. Lo Zen e l'arte di cadere

Un pellegrino disperato giunse presso un monastero alla ricerca della verità. Il maestro Zen gli parlò così: "Tu cerchi la verità come se fosse un appiglio a cui aggrapparti, ma l’unica verità è che non esistono appigli, devi solo imparare a lasciarti cadere”
Il pellegrino fu illuminato. Il giorno dopo il suo corpo privo di vita venne ritrovato in fondo ad un burrone.