venerdì 30 dicembre 2011

77. Lo strumento

In uno dei suoi discorsi di dharma il maestro Yoshimoto si espresse così:
"Il falcetto e la vanga vi sono indispensabili per curare il giardino ma sono solo degli strumenti; allo stesso modo utilizzate le vostre braccia o gambe ed anche la vostra mente. La vostra mente è quindi uno strumento necessario, che però non si identifica con il vostro vero io"
Un giovane monaco rimase molto colpito da queste parole. Ammutolì ed assunse un'espressione di stupore. Yoshimoto era certo che avesse raggiunto l'illuminazione.
Da allora il monaco sparì per alcuni giorni. Il suo corpo esanime venne poi ritrovato nel capanno degli attrezzi.

domenica 7 agosto 2011

76. Fuori dall'inferno

Un monastero Zen che era stato distrutto da un violento incendio venne faticosamente ricostruito e finalmente riaperto. Il maestro, miracolosamente sopravvissuto al disastroso evento, accolse un pellegrino che gli parlò così:
"La mia mente non trova pace, è tormentata come dalle fiamme dell'inferno! Aiutami, ti prego, a trovare la via d'uscita!"
Il maestro, spaventato, rispose impulsivamente:
"Sei già fuori!"
Il pellegrino fu illuminato, ringraziò e si allontano. Il maestro trasse un profondo sospiro di sollievo.

75. All'inferno

Un pellegrino arrivò ad un monastero Zen e si rivolse al maestro:
"La mia mente non trova pace, è tormentata come dalle fiamme dell'inferno! Aiutami, ti prego, a trovare la via d'uscita!"
"Tu stessi riconosci che l'inferno non esiste se non nella tua mente. Hai tutte le capacità per riconoscere ed evitare i pensieri e le azioni che ti trascinano tra le fiamme. Se rimarrai qui io ti aiuterò a trovare la via."
Il pellegrino accolse l'invito e si fermò da subito presso il monastero.
Quella stessa notte divampò un incendio che distrusse l'intero edificio e costò la vita a buona parte dei monaci.

mercoledì 6 aprile 2011

74. Una foglia di pippala

Un altro monaco chiese consiglio allo stesso maestro Zen:
"Anch'io, quando medito, rimango intrappolato nella fitta rete dei miei pensieri. Suggerisci anche a me una prodigiosa tecnica di visualizzazione."
"Ricordati che il Buddha Shakyamuni, quando raggiunse l'illuminazione, conobbe l'essenza del tutto guardando una foglia di pippala. Concentra quindi la tua mente su questa semplice immagine: quella di una foglia, una soltanto."
Ansioso di mettere in pratica il suggerimento, il monaco andò a rifugiarsi in una grotta dove poter meditare sulla foglia senza essere disturbato.
Passarono giorni e settimane senza che si facesse più vivo. Quando andarono a cercarlo, di lui non vi era più traccia. Non riuscirono neppure ad accedere alla grotta da tanta era la vegetazione che ne ostruiva l'ingresso: radici nodose, robusti rami intrecciati ma soprattutto foglie, innumerevoli ed enormi foglie.

lunedì 28 marzo 2011

73. Lucidità

Un monaco Zen discuteva delle proprie difficoltà col maestro:
"Nonostante io reciti i mantra non riesco ad allontanare i pensieri durante la meditazione."
"Il mantra funziona come una spazzola per i pensieri. Prova ad immaginare una spazzola che, con lo stesso movimento ripetuto incessantemente, svuota e pulisce la tua mente. Vedrai, non immagini cosa si possa ottenere con queste tecniche di visualizzazione"
Il monaco mise a frutto il consiglio del maestro e raggiunse l'illuminazione, cosa di cui tutti si resero subito conto. Infatti il suo cranio rasato rifletteva la luce ed abbagliava gli altri monaci da tanto era lucido.

sabato 26 febbraio 2011

72. Cosa è importante?

Un maestro Zen ascoltò un monaco che gli si rivolse così:
"Che cosa c'è di importante nella vita? Tu mi devi dare una risposta!"
Il maestro sapeva che tali interrogativi svaniscono quando si vive con piena consapevolezza il presente, quando si percepisce l'importanza di ogni singolo dettaglio come parte imprescindibile del tutto. Per far comprendere tutto ciò con immediatezza al monaco, avendo notato un cane randagio che passava per caso nel cortile del monastero, gli rispose così:
"Importante è il cane che sta passando nel cortile!"
Il monaco non raggiunse l'illuminazione, scosse il capo e con sconforto si allontanò.
Mentre attraversava il cortile venne aggredito con inspiegabile ferocia dal cane randagio, che lo morse provocandogli diverse ferite.

sabato 5 febbraio 2011

71. Niente di particolare

Il maestro Yoshimoto non si stancava di spiegare che l'auto-realizzazione non giungeva miracolosamente ma era anche frutto di disciplina, impegno, assunzione di responsabilità.
Ad un giovane annoiato che gli chiedeva quale fosse il senso della vita rispose così:
"Che cosa hai fatto oggi?"
"Non so, niente di particolare..."
"Così hai risposto da solo alla tua domanda."
Yoshimoto sperò in un'illuminazione. Il giovane continuò invece a non fare niente di particolare.

giovedì 20 gennaio 2011

70. La cosa giusta

Un pellegrino si presentò così ad un maestro Zen: "Giungo qui perché tu mi spieghi qual è la cosa giusta da fare per dare un significato alla mia vita. Ho ascoltato i consigli di tante persone e, per quanto io ci pensi e ci ripensi, non riesco a capire quale sia questa cosa giusta."
"Non devi fare nulla se non liberare la tua mente da questi pensieri. Quando avrai superato i concetti di giusto e sbagliato il tuo dilemma svanirà"
Il pellegrino, affascinato dalle parole del maestro, si fermò a dormire nel monastero.
Il giorno dopo ripartì perché, dopo aver riflettuto tutta la notte, decise che restare lì non era la cosa giusta da fare.