Il giovane Subaru era diventato uno discepolo Zen per cercare rifugio dalla propria infelicità.
Ogni giorno levava lo sguardo supplichevole al cielo, pregando di poter raggiungere la serenità che agognava.
Un giorno il maestro lo avvicinò e gli disse: “Ragazzo, il cielo ci osserva tutti allo stesso modo, troverai presto la pace che è già in te, ma non ti giungerà nessun aiuto dall’alto”
Il giovane triste sollevò nuovamente il viso, come alla ricerca di un segno. Tale segno gli venne depositato sulla testa da un gabbiano che passava proprio in quell’istante.
Così Subaru fu illuminato. Il maestro se ne compiacque e lo invitò a farsi subito una doccia.
Ogni giorno levava lo sguardo supplichevole al cielo, pregando di poter raggiungere la serenità che agognava.
Un giorno il maestro lo avvicinò e gli disse: “Ragazzo, il cielo ci osserva tutti allo stesso modo, troverai presto la pace che è già in te, ma non ti giungerà nessun aiuto dall’alto”
Il giovane triste sollevò nuovamente il viso, come alla ricerca di un segno. Tale segno gli venne depositato sulla testa da un gabbiano che passava proprio in quell’istante.
Così Subaru fu illuminato. Il maestro se ne compiacque e lo invitò a farsi subito una doccia.
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